Ricordiamo tutti il cult movie fantascientifico del 1951.
La trama, riproposta anni dopo con la rivisitazione cinematografica del 2008, racconta della visita dell’alieno antropomorfo Klaatu (Keanu Reeves) giunto sulla Terra per imporre il blackout globale e salvare l’equilibrio cosmico tra i pianeti che ospitano la vita.
La storia si ripresenta nella nostra realtà, ma questa volta l’alieno ha le sembianze di un virus: una micrometrica particella con materiale genetico avvolta da uno strato di lipidi, che ha la capacità di replicarsi nelle cellule ospitanti per convertirle a loro volta in aggressori cellulari e diffondersi nell’organismo fino ad ucciderlo.
L’Umanità si inchina di fronte alla pandemia e al collasso di apparati e sistemi fino al rischio dell'estinzione di massa. L’illusione di una superiorità guerrafondaia impostata con bombardieri, caccia, elicotteri, sommergibili, droni e satelliti si è annullata al cospetto del Covid-19 nonostante la sua dimensione infinitesimale.
Il messaggio che il virus ci comunica è talmente chiaro che non ha bisogno di essere pronunciato: ha il linguaggio del ‘bastone’, l’unico comprensibile da noi umani, prepotenti e presuntuosi. Nella sofferenza inaspettata siamo passati dall’arroganza alla disperazione, dal menefreghismo alla riflessione sull’autolesionismo della nostra società cresciuta sempre più
in opposizione alla benevole legge Universale del Tutto.
Nella nostra condizione di Homo Sapiens ci siamo lasciati dietro crimini infami. La vergogna è talmente forte che l’unica soluzione per non subire il peso dell’onta e del pentimento è cancellarne la memoria storica fino a considerarla falsa e distorta a costo di mentire; così facendo abbiamo perpetrato i nostri peccati.
Oggi l’Ultimatum è stato colto con la stessa ritardata obbedienza descritta nella trasposizione cinematografica del romanzo bestseller ‘The Day the Earth Stood Still’ di H. Bates.
Ogni attività umana si sta fermando, l’aria è meno inquinata e l’acqua sta tornando pulita. Tuttavia la guerra è ancora in corso e lo sarà ancora per molto se non ci arrenderemo completamente alla richiesta silente e incondizionata del virus: rispettare la Natura.
Il campo di battaglia è sempre stato nella nostra corporalità nonostante la manifestazione esteriore delle nostre azioni, dentro cui l’invisibilità degli antagonisti confonde il nostro punto di vista su chi sia dalla parte del giusto.
Chi è davvero il nemico che ci ostiniamo a non voler mai riconoscere?
Perché fatichiamo a riconoscerlo?
Eppure ci conviviamo da sempre, tanto che potremmo dire di essere inseparabili, benché una volta identificato ce ne vergogniamo: è la malvagità insita in noi, la nostra avidità alimentata dal desiderio insaziabile di possedere sempre di più oltre il necessario a dispetto delle risorse naturali e della libertà degli altri esseri viventi. Abbiamo compromesso il nostro pianeta e l'armonia di Gaia, l'organismo complesso di cui siamo ospiti. Ora siamo rintanati in casa dentro cui cogliere la grande occasione per riconoscere la pericolosità della nostra crudeltà e per analizzare gli errori commessi senza attribuire, come sempre, ogni colpa ad altri, ai potenti, ai demoni o agli dei i quali non sono altro che l’esagerazione esponenziale del nostro egoismo e l’esasperazione del nostro vittimismo pur di non responsabilizzarci mai.
L’Ultimatum sta raggiungendo il suo scopo.
L’Uomo è nudo.
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