Quanto è bella la festività del Natale, vero?
Tra luci festose e colorate, musiche allegre e campanellini vari ci siamo destreggiati tra negozi, scaffali e bancarelle cercando il dono per i nostri cari. Nell'immersione dell'atmosfera scintillante e dell'euforia collettiva ritrovata in questi giorni, abbiamo tutti quanti cercato di tenere lontano lo spettro della depressione economica in conseguenza dei vari lockdown attuati in tutto il mondo per il Covid-19. Abbiamo accettato di immergerci nella temporanea illusione di una felicità che sembra sfuggirci ogni volta nel nostro vivere quotidiano, senza che ne comprendiamo il vero motivo. Abbiamo vissuto come attori di un film patinato da luci artificiali e ci immergiamo ora in una convinta serenità per tenere lontani problemi, ansie, angosce accumulate fino ad inebriarci con sorrisi e risate tra le rassicuranti mura domestiche delle nostre case.
Tuttavia, spente le luci, ci dovremmo porre domande sulla nostra corsa consumistica, spinta
al massimo proprio a Natale che dovrebbe essere, invece, un giorno di intimo raccoglimento. Nel cercare un piacere temporaneo e personale, abbiamo assecondato la parte più conveniente dei nostri desideri fino a perdere la rivelazione della Natalità. Per ricordarci il mistero delle forze a noi occultate e che abbiamo il compito di scoprire, potremmo affidarci al gesto di spacchettare e di scartare i regali ma, anche in questo caso, la sorpresa non è tale da suscitare al ricevente la curiosità del sapere oltre al piacere del dono ricevuto determinato dalla propria ragione.
Giustificheremo la nostra caccia al tesoro dei doni nella necessaria convinzione di come il 'mercato economico' sostenga la società in cui viviamo. Racconteremo a noi stessi che lo spendere è diventata l'azione nobile nei confronti della collettività e ci convinceremo a tal punto del nostro ruolo di "compratore", che non avremo tenuto conto del rispetto delle risorse e della natura. Da quando il Natale è diventato un giorno dominato dal marketing, amplificatore delle nostre soddisfazioni egoiche, abbiamo occupato la nostra mente a trovare le associazioni più convenienti, tra le passioni conosciute del ricevente e le aspettative nascoste del donatore. I più audaci acquirenti saranno arrivati pure a soprassedere sui desideri del prossimo, ritenendosi validi propositori stilistici e di gusto, ma di fatto esprimendo una propria vanità alla caccia di orgoglio e di onore.
Come ritrovare lo spirito del Natale mettendo tutti d'accordo?
È interessante sapere come il sopraggiungere degli otto giorni della Luna Nuova in corrispondenza dell'Hanukkah, festività ebraica del mistero della luce rinnovata e dell'inaugurazione del nostro 'tempio' (inteso come il luogo sacro della nostra anima), accada prima del solstizio d'inverno quando il Sole per tre giorni tocca il punto più basso del proprio sorgere sotto la Croce del Sud. Va precisato infatti che la ricorrenza cristiana della Natività è stata definita a partire dal terzo secolo d.c. da Aureliano l'imperatore e nel successivo Chronographus. Essa ha sostituito il 'Natalis Solis Invicti' del culto orientale di Mitra importato nell'impero romano e lo 'Jule', festa pagana di origine nordica, per celebrare il solstizio d'inverno quando ancora l'Uomo era in contatto con la Natura e ne rispettava i ritmi per l'agricoltura e la transumanza. La vita scorre da sempre in simbiosi con gli eventi naturali. Lo sapevano bene i babilonesi che celebravano il Dio Shamash, e gli egizi che riconoscevano il solstizio di Inverno quando le 3 stelle centrali di Orione (i 3 Re Magi) si allineavano con Sirio. Tutto è movimento, compresa la nostra galassia. Sicché la precessione degli equinozi al sorgere del Sole a Est, in continuo spostamento lungo la fascia della volta celeste dei dodici segni zodiacali (Leone, Cancro, Gemelli, Toro, Ariete, Pesci) ha modificato gli equilibri delle divinità solari. Dalla Dea Iside con il neonato 'Tammuz' reincarnazione del Sole si è passati poi al culto del figlio solare 'Ra' nella fiorente città del Sole, Heliopolis, finché il faraone Akenaton riconobbe nell'astro Solare 'Aton' l'unico Dio Principale e Onnipotente nella rivoluzione religiosa monoteista della XVIII dinastia.
I nostri progenitori interpretavano la propria rinascita in relazione alla ciclicità astronomica della nostra stella accompagnata dalla luna. L'oscurità toccata nel giorno più buio dell'anno era il punto di partenza per i propositi rinnovati guidati dal Sole che tornava a risplendere. L'uomo era grato dalla benevolenza divina intesa come una forza / energia superiore e lo portava a meditare sul significato della propria esistenza. Oggi il sole sorge a Est in corrispondenza della costellazione dell'Acquario espressione dell'Abbondanza. Ritrovare oggi il significato di un rinnovamento spirituale e di una connessione amorevole con la Luce, riconoscendone la grandezza nella reciproca relazione cosmologica, è l'augurio sincero per tutti.
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