LA CASA NEL BOSCO
- J.C. CASALINI

- 5 minuti fa
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La vicenda della famiglia che vive nel bosco, a cui è stata sospesa la potestà genitoriale, mi fa comprendere quanto la nostra società si stia allontanando dalla natura. Ma anche come non sia più consentito essere indipendenti in Italia e soprattutto che i figli non siano realmente nostri, ma dello Stato.
Nella nostra presunzione di civiltà “evoluta” stiamo definendo dei parametri sul “benessere” basati su fondamenta artificiali, costruiti assecondando i nostri desideri di comodità, di praticità e di sterilità nel doppio senso, di igiene ma anche di concepimento.
Una famiglia con tre bambini è un dono in un paese che invecchia e si lamenta della bassa natalità.
Pretendere la natalità dalle giovani coppie, oggi, con la modernità della nostra società distante dalla natura, scopriamo non essere più possibile. Crescere un figlio oggi è come

aprire un mutuo per i costi di ogni famiglia in un mondo lontano dalla solidarietà, dalla reciprocità, dalla sostenibilità e dalla circolarità come lo è la Natura. I fattori sociali e culturali che ci hanno liberato dal nostro bisogno di sopravvivenza della specie (umana) e dal nostro bisogno pratico di avere figli intesi come risorsa / forza lavoro famigliare, ci hanno trasformati in cittadini/sudditi dove l’unica interazione consentita dal sistema politico-economico è quella di essere connessi con i servizi, apparentemente collettivi, ma di fatto spremi-umani poiché diventati strumenti di interesse privato e speculativo: energia, acqua, servizi ecologici, approvvigionamento di materie, ferrovia, autostrade, salute, istruzione, politica, che diventano sempre più onerosi. Non siamo più genitori, ma consumatori e fruitori di servizi per conto della nostra prole.
Il senso civico di pagare le tasse che vorrebbe mantenere attivi e disponibili i servizi vitali per ogni cittadino non è ascoltato dai grandi evasori che colgono pure un vantaggio strategico nell’asfissiare il welfare, avendo come scopo quello di privatizzare ogni servizio per generare sempre più profitto e attrarre capitali da investitori azionari (compresi noi che investiamo in borsa e affidiamo il piano pensionistico a fondi di investimento). Il circolo vizioso ormai inarrestabile per il modo di intendere la politica economica sempre più in simbiosi con i poteri oligarchici ci porterà al depauperamento completo dello stato sociale.
In questo contesto di difficoltà economica sempre più crescente per le famiglie o coppie di fatto, anche senza prole, è ovvio che la diffidenza e il sospetto verso l’altro si facciano sempre più critici, poiché essendo tutti quanti della stessa natura individualista ne conosciamo l'attitudine repulsiva e antisociale.
Delusi dall’andamento della società alla deriva, a chi non è venuta voglia di tornare nel passato per ritrovare l’essenzialità?
Non ci spiegheremmo altrimenti il successo della serie televisiva “La Casa nella Prateria” (1974) che viene replicato ancora oggi con largo consenso. Vivere come nel passato è una scelta romantica che potrebbe renderci indipendenti, certamente più adatti ad affrontare uno stato di emergenza, ad esempio un blackout elettrico, per non immaginare scenari alternativi più invasivi. Ecco perché comprendo la scelta di Nathan e Catherine; non avessero avuto i figli, tutto questo polverone non sarebbe mai accaduto. Sono stranieri e mi spiace che non abbiano considerato che ogni paese ha le proprie leggi. Non si può vivere liberi e indipendenti, a meno che non si abbia uno statuto speciale che ce lo permetta. L’Italia difende i minori a tal punto che la scolarizzazione è giustamente obbligatoria fino ai 16 anni (Scuola Primaria, Scuola Secondaria di I grado e i primi due anni della Scuola secondaria di II grado, finché saremo tutti in grado di sostenerne il costo con le tasse).
Ora la coppia avrà la casa ristrutturata, conforme ai requisiti imposti dalla legge italiana per il benessere dei minori.
Benvenuti tra noi, gregge di consumatori individuali e paganti di servizi per lo più imposti, della carta igienica a triplo strato, dell'elettricità in rete (privatizzata), del servizio idrico (in via di privatizzazione) e dei rifiuti (delegati sempre più a servizi privati), delle strade, della scuola, eccetera.
Lo so, la Natura non pretende nulla. Il mondo dell’umanità ancora irrisolto, sì.




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