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  • Immagine del redattoreJ.C. CASALINI

EUROBOND, UNA GRANDE OCCASIONE PER UNIRCI.

Si profila l'emissione di Eurobond come strumento solidale tra i paesi in difficoltà di fronte all'emergenza del Covid19. È una lieta notizia perché, ancora oggi, i bond nazionali stanno acuendo le disparità tra i membri europei, non per ultimo l'annuncio vergognoso della BCE che non avrebbe calmierato lo spread tra titoli di stato dell'asse e che, di fatto, ha avvantaggiato la Bundesbank, l'egoismo germanico. I cittadini europei non hanno nulla contro i tedeschi, hanno invece da rimproverare 'chi' gestisce il loro portafoglio non curandosi del disagio degli stati alleati europei. La Grecia conosce bene e meglio di tutti il danno della supremazia finanziaria.

Con l'introduzione degli Eurobond si crea un paradosso: la costruzione di una Europa dei popoli attraverso uno strumento finanziario concorrente ai bond nazionali. Il male per curare altri mali; in matematica, due numeri negativi moltiplicati danno come risultato un numero positivo. Arriveremo ad acquisire e controllare il debito europeo così da poter, di conseguenza, operare scelte economiche e collettive più agevoli senza la morsa del diktat di speculatori travestiti ogni tanto da filantropi, solo quando devono ripulire immagine e coscienza. Emuleremo la stabilità del Giappone che si può permettere il debito pubblico più alto al mondo grazie al sostegno degli stessi cittadini che acquistano i titoli nipponici con senso di dovere. In futuro,

potremo addirittura parlare di Worldbond o di Globalbond sotto un'unica bandiera planetaria. Ci troveremo nella situazione privilegiata di suggerire ai potenti il cambiamento necessario: faremo pressione perché il Fondo diventi la gestione delle sottoscrizioni per costruire un mondo senza frontiere. Avremo però una scelta 'sociale' da prendere che vada al di là dei guadagni più invitanti con altre proposte di investimento, e che consideri i vantaggi a lungo termine degli effetti benevoli di un crescente senso di appartenenza al bene comune.

La rinuncia a investimenti dai rendimenti in apparenza più interessanti andrà sostituita con la certezza di un futuro tornaconto indiretto grazie alla definizione di un ambiente in connessione amorevole con il prossimo, da cui ricevere maggiore soddisfazione per le future generazioni. Abbiamo già perso troppo tempo, alla disillusione deve seguire l'azione per far pesare il nostro contributo.

Dovremo porci la millenaria domanda se sia meglio un uovo oggi o una gallina domani, fino ad accettarne la risposta che deriva dal superamento delle nostre avidità.

Ricordate i nostri sogni infantili? Quando riportavamo sulla carta disegni colorati di popoli multietnici in pace? Ebbene, il desiderio di allora non era dettata dalla ingenuità, ma da uno stato ben più elevato: la purezza delle nostre ragioni ancora incontaminate da indottrinamenti come il 'sovranismo', 'razzismo', 'classismo', scaturiti dal disprezzo e dall'odio verso l'altro, oltre al riprovevole e ripugnante concetto competitivo di ricchezza in base al possedimento o alla fiducia. La ricchezza è ben altro, parte dall'Unione, del siamo 'Uno'.

Il guadagno che ne trarremo sarà su un piano diverso, ben più nobile perché ci accomunerà tutti in un unico stato non solo geografico, ma 'spirituale'.



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