NETANYAHU ALL'ONU
- J.C. CASALINI

- 26 set
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26 Settembre 2025
Ho ascoltato tutto il discorso di Netanyahu e capisco il suo punto di vista. Tuttavia per par condicio, avrei voluto sentire anche le antitesi di un rappresentante palestinese. Ma l’assemblea era all’interno dell’Onu, quindi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite dove la Palestina non viene riconosciuta come Stato Nazionale, ma solo come status di osservatore non membro, cioè senza possibilità di replica. Il luogo istituzionale penalizza le etnie senza confini riconosciuti, mantenendole in un limbo silente se non per interposti delegati di nazioni presenti.
In alternativa all’Onu oggi semivuota, sarebbe stato più conveniente un discorso presso l’UNPO, un’organizzazione mondiale dell’umanità, ossia dei popoli, delle etnie e delle minoranze non rappresentate. A maggior ragione non ho quindi apprezzato l’uscita dei

delegati ONU di paesi come il Libano, l’Iran e altri della sfera araba, poiché l’ascolto reciproco è necessario se si vuole giungere alla pace attraverso un sano confronto. I fischi iniziali degli stessi dimostrano una chiusura verso l’altro a priori, quindi alla mancanza di connessione necessaria per raggiungere un equilibrio delle proprie posizioni che, altrimenti, sono soggette alla propria e unica convenienza; succede nella vita di tutti i giorni tra due esseri umani in disaccordo, così come tra due coalizioni in conflitto.
Se la controparte al pensiero di Netanyahu aveva degli elementi tali da smontare ogni punto del suo discorso, questa era l’occasione per farlo. L’intervento del leader Istaeliano ha infatti un possibile punto debole su cui si poggia tutta l’impalcatura delle sue tesi su una necessaria guerra violenta poi scatenata: il “7 ottobre”. Per esempio, se uno solo dei delegati usciti aveva delle prove certe del coinvolgimento degli israeliani nella preparazione dell’attacco Palestinese, magari con degli agenti infiltrati che sobillavano ai militanti armati di Hamas un’operazione di terra esecrabile sul territorio Israeliano, che parlassero invece di fischiare!
La protesta attraverso l’assenza e le sedie vuote all’Onu è invece stata talmente inutile quanto stupida, tanto da chiederci chi davvero vuole ostacolare oggi la pace nel Medio Oriente?


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