I predatori approfittano della debolezza di una preda per attaccarla e sopprimerla. Potrebbe sembrare deplorevole, ma non è così quando si comprende in una visione più ampia quanto sia benevole la legge della Natura. Essa riesce a mantenere l’equilibrio per il benessere generale attraverso l’azione di ogni elemento che la compone. Nessuno prevarica sull'altro. È talmente perfetta che non ce ne rendiamo neppure conto. Come dire, è ‘naturale’ che sia così. Questa legge la troviamo nelle cellule che si sono aggregate per reciproca convenienza fino a formare organismi sempre più complessi. Nel mondo finanziario non è così. La dichiarazione di ieri della Lagarde: “We are not here to close spreads / Non siamo qui per chiudere gli spread” è stata detta in modo che speculatori e gruppi bancari privati, detentori delle quote della Banca Centrale Europea di cui lei è
Presidente, potessero approfittare dell’Italia ferita con i recenti avvenimenti del virus pandemico. Giudicare se abbia fatto bene o male dipende da che parte si sta; dipende dai
nostri egoismi. Per capirci, se qualcuno di noi investe in borsa, titoli o fondi (si può guadagnare con titoli allo scoperto anche quando questa crolla generando ulteriore panico), avrà ringraziato la dichiarazione come fosse stata la manna dal cielo perché ha provocato una tale volatilità su cui speculare e guadagnare. Se invece hai perso, la starai maledicendo. Non importa se il guadagno dell’uno significhi la perdita per l’altro, in finanza vige la legge del più forte, del più furbo, del più audace, del più veloce, del più esperto. Potremmo pensare che sia così anche in Natura, ma c’è una grande differenza: agli speculatori conta soltanto il proprio tornaconto e la soddisfazione della propria bramosia. L’Europa è stata decisa a tavolino di fretta e furia, parliamo di pochi anni, da politici ed economisti sostenuti da gruppi finanziari, prima che i popoli potessero organizzarsi in una unica comunità solida e pacifica basata sull’amore reciproco. L’Europa che ne è venuta fuori non è frutto di una evoluzione. Oggi è poco più di un tessuto cicatriziale in mezzo ad organi disconnessi tra loro in cui il ruolo delle proprie cellule è limitato a priori. Non è possibile avere un equilibrio dove non c’è coesione, rispetto, solidarietà, sostegno, fratellanza. In una ambiente così insano, le cellule cancerogene del mondo della finanza divorano tutto fino ad uccidere l’organismo di cui fanno parte e quindi a suicidarsi.
Questa non è l’Europa che avremmo voluto.
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